martedì 27 gennaio 2015

#Shoha: sapere per non dimenticare


Oggi 27 gennaio è l'anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz.
Sappiamo più o meno tutti che cosa succedeva dentro ai lager. Io credevo di saperne abbastanza, di essere informata insomma. Invece no.
Me ne sono resa conto un sabato sera, circa dieci giorni fa. Era tardi e stavo facendo zapping quando, passando su Rai1, ho visto che stavano trasmettendo un reportage su alcuni ebrei sopravvissuti all'Olocausto. Portavano a scolaresche in visita al campo di Auschwitz  la loro testimonianza su ciò che avevano vissuto e visto nei lager dove erano stati deportati.
Mi ha colpito la lucidità con la quale descrivevano i fatti e il tono della loro voce, dal quale traspariva un dolore immenso e mai dimenticato.
Poi ci sono state le foto e i filmati che, bene o male, conoscevo. Dico "bene o male" perchè queste immagini trasmettono allo spettatore un orrore tale che spesso si preferisce cambiare canale.
Stavo infatti pensando di farlo, quando i racconti si sono indirizzati verso i cosiddetti studi-esperimenti medici a cui erano sottoposti bambini da 1 a 12-13 anni circa.
Io non posso dirvi quello che ho visto, non sapevo nemmeno che esistessero dei filmati di questo tipo. 
Volevo spegnere e andare a letto, volevo che la nausea che mi aveva investito sparisse, ma nello stesso tempo dovevo, anzi volevo, sapere.
Stavo assistendo a un film agghiacciante, ma non era un film, e il terrore, il pianto e la disperazione di quei poveri bambini sottoposti, da uomini e donne come me,  ad ogni tipo di tortura, non lo dimenticherò mai.
Tutti dobbiamo saperlo quello che è successo 70 anni fa e trasmetterlo ai nostri figli e ai nostri nipoti, perchè MAI PIU' POSSA ACCADERE UNA SIMILE BARBARIE.


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